UNA ESCORT DAVVERO SPECIALE – 4° tempo - Bergamo - Alessandria Trasgressiva

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Quando mi ripresi, lei ritirò lentamente il suo cazzo dal mio culo. Si lasciò cadere accanto a me e leccò via il mio seme dalla sua mano e dalla mia pancia.
- Zorro, ti piacerebbe fare la doccia insieme?
Presto fummo sotto l'acqua calda, insaponati, e fu un'esperienza surreale essere sotto la doccia con una donna così meravigliosa, osservando mentre si insaponava le mani e si lavava accuratamente il cazzo. Mentre insaponavo la sua meravigliosa pelle, sospirò.
- Allora, ti è piaciuto?
- Sì, mi è piaciuto moltissimo!
- Ne sono felice e vorrei che la prossima volta fossi tu a scoparmi. Come ti ho detto, la mia vagina è piccola ed incompiuta, ma amo farmi scopare in culo...
Il solo pensiero di inculare quella creatura speciale mi fece avere una nuova erezione che Nanìta interpretò come un sì. Fece le fusa come una gatta in calore.
Di nuovo in camera da letto, la misi sulle mani e sulle ginocchia, e portai la lingua sul suo buco del culo, osservando con curiosità i dintorni per scoprire la misteriosa piccola figa. La vidi, ma era veramente poca cosa.
Continuai a leccarle l'ano ed usai anche le dita facendole scorrere dentro ed ascoltando i suoi gemiti di piacere. Al contrario del mio, il suo buco del culo sembrava la galleria del Frejus.
- Voglio prenderlo esattamente allo stesso modo in cui ho preso il tuo, dammelo Zorro, voglio il tuo cazzo!
Disse lei spalmandosi un po' di gel lubrificante al volo. Indossai un profilattico, mi posizionai ed iniziai una spinta lenta e costante. Feci come voleva. Lo sfintere di Nanìta era il foro più ampio e più caldo in cui abbia mai avuto il piacere di introdurre il mio cazzo. Il calore ed il morbido attrito delle sue pareti mi avvolgevano mentre seppellivo il mio cazzo in una spinta sempre più audace. Lei gemeva ed intanto io affondavo tranquillamente fino alle balle.
La pompai avanti ed indietro a lungo, mi accorsi che anche il suo pene cazzo era tornato dritto e avvolsi la mano attorno ad esso. Nanìta godeva, mentre la mia mano la masturbava al ritmo del mio uccello che la spingeva nel culo.

CONTINUA

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